Il periodo è proprio quello giusto per gustare un buon pesto di carciofi fatto in casa, dal sapore delicato e unico.
La preparazione non è elaborata come sembra e in effetti, quando vi propongo una ricetta, penso che vogliate mangiar bene senza però trascorrere tutta la giornata ai fornelli: proprio come me!
Iniziamo dagli ingredienti di cui abbiamo bisogno per una dose per 4 persone (più o meno).
Naturalmente i carciofi (4 o 5), 40 g di mandorle (o di pinoli), 1 spicchio di aglio, 80 g di parmigiano o grana grattugiato (anche meno se preferite un pesto più leggero), olio E.V.O. circa 150 ml, sale fino q.b. e se la gradite (meglio averla bio) un po’ di menta (in alternativa basilico o maggiorana).
La ricetta in sé non è complicata. Il lavoro più noioso riguarda la pulitura dei carciofi che dev’essere minuziosa: ricordatevi quindi di eliminare le foglie esterne (nome corretto: brattee, termine che in botanica indica le foglie modificate che accompagnano fiori o infiorescenze) o comunque le parti più dure; di tagliare le punte, di eliminare il gambo e la barbetta centrale (sembra innocente, ma masticarla è davvero fastidiosa!).
Dopo aver nettato i carciofi e averli lavati sotto l’acqua corrente, tagliateli in quattro parti (o anche di più se ci riuscite), metteteli in una padella antiaderente con l’olio EVO e lasciateli cuocere per circa 10 minuti.
Se puliti con attenzione, una volta frullati, non ci saranno sorprese “filamentose” a disturbare la vostra futura splendida crema di carciofi.
Una volta cotti, metteteli con l’aglio, le mandorle, il parmigiano, il sale e la menta (se la gradite) nel frullatore e iniziate la “procedura”. Mentre aggiungete l’olio EVO a poco a poco, continuate a frullare. Sistemate di sale, ma sempre con moderazione: mi raccomando!
Dovete fermarvi quando sarete soddisfatti della consistenza del vostro pesto che deve essere cremosa e uniforme.
Potete gustarlo sulla pasta (sostituisce perfettamente i classici pesti rossi o di basilico); oppure come crema di accompagnamento a un secondo piatto (che sia di pesce o di carne poco importa visto il suo gusto delicato).
Un’alternativa è utilizzarlo come “spalmabile” sui crostini di pane (ovviamente pane ben lievitato, di qualità).
Il mio consiglio per un piatto ancora più light: sbollentate i carciofi (in acqua bollente ovviamente) anziché cuocerli in padella.
Se vi avanza del pesto, potete lasciarlo in frigorifero per un massimo di tre giorni usando un contenitore con chiusura ermetica (meglio se di vetro).
Curiosità
Il nome scientifico del carciofo è Cynara scolymus L. e si deve, con molta probabilità, all’abitudine di usare la cenere come concime.
È una pianta nata dall’incrocio di specie simili per merito, secondo la tradizione, di alcuni giardinieri italiani, sebbene alcune specie più piccole venissero già “usate” nell’antica Roma.
Viene coltivato prevalentemente nell’Italia del Centro-Sud poiché è una pianta tipica della fascia mediterranea. In campo alimentare, i carciofi sono consumati come ortaggi e hanno vari effetti benefici, in particolare depurativi.
Infatti nel settore farmacologico, il loro ruolo è epatoprotettivo, coleretico (cioè di stimolo alla produzione di bile da parte del fegato) e diuretico.