Consigli su come migliorare la salute del tuo intestino
L’argomento di oggi vi sembrerà insolito ma è di primaria importanza per il nostro equilibrio fisico e, più in generale, per il nostro totale benessere.
Le feci sono il prodotto di scarto dell’organismo, e sono davvero utili per capire il livello di salute dell’organismo.
La ricerca medica e scientifica ricava tantissime informazioni anche, semplicemente, osservandole.
Ma andiamo al 1998, quando due medici inglesi hanno messo a punto la cosiddetta Scala di Bristol, una vera e propria guida che in base alla consistenza e alla forma delle feci, aiuta il professionista (e/o il paziente) ad avere informazioni sulla salute intestinale.

La classificazione 4 (tipo 4 nell’immagine) rappresenta la condizione ideale, con feci ben formate, rotonde, cilindriche.
Nelle classificazioni 1 e 7, gli estremi della tabella, la tipologia delle feci riflette rispettivamente: uno stato di stipsi, probabilmente legata a carenza di fibre; uno stato diarroico, spesso legato a una infezione batterica e/o virale (in questi casi, è consigliabile non ricorrere immediatamente ad “anti diarroici” in quanto la diarrea è un meccanismo di difesa del corpo, che richiama acqua nel lume intestinale, per eliminare più in fretta l’ospite indesiderato).
La classificazione 2, riflette uno stato di stipsi, non necessariamente legato alla qualità degli alimenti, ma di tipo “meccanico” (le feci infatti richiamano la forma e l’impronta del colon, dovuta probabilmente a una stasi prolungata); pertanto, la forma delle feci ci aiuta anche a capire eventuali malformazioni del canale intestinale (feci con forme allungate o forme particolari non riconducibili alla classificazione 4).
Oltre all’aspetto, anche il colore e l’odore delle feci sono elementi importanti da considerare.
La presenza di sangue rosso vivo o feci scure potrebbero riflettere la presenza di una lesione (in questo caso, il colore cambia in base alla localizzazione della lesione più o meno distante dal distretto anale).
Tuttavia, l’assunzione di integratori (il ferro ad esempio) o alcuni tipi di verdure, ne potrebbero modificare il colore.
Feci gialle o tendenti al bianco, potrebbero riflettere un malassorbimento intestinale. Eventuale presenza di muco poi, o di residui di cibo interi “non digerito” non vanno sottovalutate, in quanto potrebbe trattarsi anche in questo caso di un malassorbimento intestinale.
L’odore delle feci dipende sicuramente da ciò che mangiamo.
Talvolta potrebbero presentarsi odori molto forti, simili a quelli che si sentono quando passeggiando nel bosco troviamo un animale morto: probabilmente ci troviamo di fronte ad una “disbiosi putrefattiva”, una condizione non fisiologica, legata alla presenza importante di batteri nel piccolo intestino (tenue) che “fermentano” alcuni alimenti tra cui gli zuccheri semplici (anche il fruttosio proveniente dalla frutta), rilasciando all’interno dell’intestino gas, come il metano e composti organici come le putrescine, responsabili del cattivo odore.
In questo caso, sicuramente le abitudini alimentari giocano un ruolo più importante già che mai.
Consigli per un intestino felice
Le feci hanno una forte composizione in acqua. Questo elemento naturale gioca un ruolo fondamentale nella digestione e nella produzione fecale, essenziale quindi non la quantità, ma la sua introduzione omogenea all’interno della giornata: iniziare già la mattina con 2 bicchieri di acqua appena svegli è, infatti, una pratica utile e sana.
Poca acqua ai pasti e bere soprattutto tra la colazione e il pranzo e tra quest’ultimo e la cena.
Fibre sì, ma di qualità.
Un falso mito è quello di introdurre molte fibre che aiutano la peristalsi (contrazione dei muscoli intestinali) e il transito intestinale. Se è vero che le fibre fanno bene al nostro intestino, è anche vero che nei casi di SIBO o SIFO, o disbiosi intestinali, alcuni tipi di fibre potrebbero determinare una produzione eccessiva di gas intestinale e un peggioramento della stipsi (mi capita spesso di ricevere pazienti in studio che mi riferiscono che quando mangiano male riescono a evacuare regolarmente, mentre quando mangiano “bene”, l’intestino si blocca).
Dunque è importante valutare caso per caso.
Consumare sia verdure cotte che crude, nell’arco della giornata, è sicuramente una pratica che piace al nostro intestino, purché siano verdure di stagione e fresche (limitate il già possibile quelle imbustate).
Introdurre cibi fermentati che contengono una buona quantità di probiotici e che colonizzano il nostro intestino promuovendone la salute (kefir fatto in casa vince su tutti, e prossimamente avrete la mia ricetta) deve diventare una “abitudine quotidiana”.
Per eventuali dubbi o approfondimenti, non esitate a chiamarmi o a scrivermi.