
Difficoltà digestive, gonfiore addominale, senso di nausea e vomito, reflusso gastro esofageo, difficoltà nel perdere peso, potrebbero avere tutti un’unica causa scatenante e non si tratta di semplice stress.
L’essere umano è un animale onnivoro. L’alimentazione dell’uomo negli anni ha subito molti cambiamenti: dall’alimentazione esclusivamente vegetale (frutta, bacche, radici) nel preistorico, all’introduzione della carne nell’era paleolitica, con l’introduzione dei cereali e del latte poco più di diecimila anni fa, con forti implicazioni sulla salute generale, sia in senso positivo che negativo.
Negli ultimi decenni invece l’aumento smisurato del consumo di carboidrati raffinati e di cibi pre confezionati, ha cambiato profondamente non solo le nostre abitudini alimentari, ma anche la nostra popolazione batterica, modificando in seguito anche l’ecosistema intestinale. Basti pensare ad esempio all’introduzione della pasta, alimento che nella “vera dieta mediterranea” veniva consumata molto raramente.
Per soddisfare dunque l’aumentata richiesta di carboidrati del mondo occidentale e dunque il fabbisogno energetico in “tempi rapidi”, l’industria alimentare ha iniziato ad utilizzare una serie di conservanti/contaminanti che inevitabilmente vengono accumulati all’interno del nostro organismo (esistono sempre le buone eccezioni per fortuna).
Tra questi, il glifosato, un erbicida in uso dagli anni sessanta per con il nome di Roundup che permise di intensificare la coltivazione di alcune specie di grano. Ad oggi la comunità scientifica non si è ancora espressa in merito alla vicenda cancro/glifosato, tuttavia molti Paesi nel mondo hanno emanato una serie di normative per sancirne la riduzione all’interno delle farine prodotte attraverso la lavorazione del grano. Una ipotesi interessante, vede l’aumento dell’introito di glifosato nell’organismo umano, come causa della modifica della permeabilità intestinale e seguente Sensibilità al Glutine non Celiaca (NCGS), ormai riconosciuta a tutti gli effetti come vera e propria patologia.
Esistono dei segni e sintomi tipici ad esempio, per riconoscere una infiammazione indotta da proteine del latte o anche dai lieviti alimentari. In questo caso, diventa fondamentale una terapia nutrizionale e di integrazione specifica.
Tra gli altri allergeni il Nichel (dallo svedese Nickel) è un metallo presente nel corpo umano (soprattutto ossa, pancreas e saliva) e di cui l’uomo si serve per vivere (così come si serve anche di altri metalli come rame, cobalto, ferro). Esiste un fabbisogno quotidiano di nichel che è di circa 100 mcg/al giorno e generalmente l’alimentazione dell’uomo riesce a soddisfare facilmente questo introito in quanto lo troviamo in tutti i cibi che mangiamo, ma non solo, il nichel infatti viene utilizzato in industria per la produzione di pentole, vestiti, bigiotteria, barattoli per la conservazione di cibi e, di questo, una parte viene ceduto al corpo, favorendone così l’accumulo. Il Nichel si trova nella composizione chimica di molte creme cosmetiche e questo spiega anche il motivo per il quale, di allergia al Nichel ne soffrono soprattutto le donne.
Quali sono i segni e i sintomi della Sindrome Sistemica da Allergia al Nichel (SNAS)?
- Reflusso gastro esofageo
- Nausea
- Stipsi ostinata (con evacuazioni anche di 1 volta ogni 8/10 giorni)
- Diarrea
- Mal di testa ricorrente – cefalea
- Dolori addominali
- Diarrea
- Gonfiore addominale
- Fragilità dei capelli, pelle secca, unghia fragili
- Dolori articolari e/o muscolari
- Malassorbimento intestinale e ipovitaminosi (carenza vitaminica soprattutto gruppo B e Vitamina D)
- Crampi
E molti altri.
Una curiosità è che spesso, in seguito alla comparsa di alcuni di questi segni e/o sintomi (anche tutti insieme), il medico curante prescrive analisi del sangue e visita specialistica presso un reumatologo; la maggior parte delle volte le analisi non rilevano nulla di particolare (se non ipo vitaminosi D, con terapia di Vitamina D 50.000 o peggio 25.000 una volta al mese, leggi qui
https://fabiobuzzanca.it/wp-admin/post.php?post=1912&action=edit) e/o diagnosi di fibromialgia con prescrizione di gastro protettore a vita.
Come dico sempre, la diagnosi spetta al medico curante o allo specialista, ma in un’ottica di collaborazione, che vada ad indagare sulle motivazioni del peggioramento della condizione di salute generale, diventa importante una una valutazioni delle abitudini alimentari e dello stile di vita, ovviamente da un laureato e specialista della salute (medico, biologo nutrizionista, dietista).
Oltre al Nichel esistono comunque altri “allergeni” alimentari in grado di aumentare la risposta immunitaria da parte del corpo umano, generando la cosiddetta “infiammazione sistemica”, responsabile poi di una serie di sintomi, tra cui anche difficoltà a perdere perso.
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