La primavera è arrivata e anche tantissimi nuovi alimenti da poter usare con fantasia a pranzo e a cena.
Oggi voglio condividere con voi una ricetta tipicamente siciliana, più palermitana in verità: la cosiddetta “Frittedda” o frittella, parola che inganna perché in verità di fritto ha ben poco.
Si tratta tipicamente di un contorno che caratterizza il passaggio dall’inverno alla primavera i cui ingredienti principali sono, infatti, carciofi, fave e piselli.
Questa pietanza va preparata in umido e sfumata con zucchero e aceto, in modo da lasciare quel tipico gusto agrodolce nato dell’unione della tradizione gastronomica (e non solo) siciliana con quella saracena.
Ritornando per un attimo al nome, il termine “frittella” deriva dalla storpiatura di un vocabolo usato nell’antichità a Palermo con il quale si indicava esclusivamente questo piatto.
Che cosa vi serve
- 1 chilo di fave
- 500 g di piselli freschi
- 6 carciofi
- 1 cipolla
- 1/2 bicchiere di aceto
- 1/2 cucchiaio di zucchero
- olio EVO q.b.
- sale q.b.
- pepe in base ai gusti
La ricetta è piuttosto facile perché gli ingredienti vanno cotti tutti insieme partendo da un soffritto di cipolla, a cui – a fine cottura – va aggiunto “l’agrodolce”.
Ma andiamo nel dettaglio della preparazione
Pulite i carciofi con attenzione togliendo sia le punte che la barba interna e le foglie più dure. Vanno tagliati a spicchi e messi in acqua e limone.
Sgusciate le fave e i piselli freschi.
In un tegame con un po’ di olio EVO, rosolate leggermente la cipolla tagliata sottile (mi raccomando).
Poi aggiungete carciofi (scolati naturalmente), piselli e fave avendo cura di ricoprire tutto con un po’ di acqua.
Aggiungete il sale e cucinate il tutto a fuoco moderato, con coperchio, per circa 20 minuti.
Ogni tanto mescolate (con il cucchiaio di legno e delicatamente).
A cottura ultimata, aggiungete mezzo bicchiere di aceto con mezzo cucchiaio di zucchero, che va fatto sfumare (quindi il fuoco è ancora acceso). Infine un spolverata di pepe.
È un piatto perfetto come antipasto o contorno, pieno di fibre, che può essere consumato freddo se amate l’agrodolce; al contrario, se non aggiungete zucchero e aceto, potete servirlo caldo. C’è chi lo ama persino brodoso per aggiungervi la pasta e chi lo profuma con il finocchietto selvatico.
Io, però, consiglio la ricetta originale dal gusto agrodolce. Buon appetito!