Il digiuno intermittente, una pratica lunga secoli

Domenica festeggeremo la Santa Pasqua e scrivo questo breve articolo non solo per farvi i miei più sinceri auguri approfittando del nostro consueto appuntamento settimanale, ma per parlare del “senso del digiuno”.

All’inizio della Quaresima, papa Francesco ci ha invitato (ovviamente mi riferisco a chi segue la religione Cristiana) a pregare, naturalmente, e a digiunare.

Due azioni con uno scopo principale, almeno quest’anno: invocare la pace tra Ucraina e Russia (va da sé che la può, anzi la deve, invocare anche chi ha un altro Credo).

Mi preme sottolineare però che il digiuno, spesso seguito nella forma di “digiuno intermittente”, è una pratica che non nasce adesso, al contrario è molto antica.

La suggeriva Plutarco: “Invece di usare medicine, digiuniamo un giorno” [Plutarco (45-127 d.C.)]; e Ippocrate (460-367 a.C.) addirittura la “prescriveva” come cura.

Dal punto di vista cristiano, il digiuno va oltre l’astinenza in sé: non mangiare diventa in un senso altro “aver fame di nostro Signore”.

Inoltre ci proietta verso chi semplicemente il cibo non lo ha affatto, ci fa provare empatia e amore, ci regala una comprensione più intima e profonda dell’altro.

Oltre alla nostra “Quaresima”, ricordo il “Ramadan” per i musulmani o lo “Yom Kippur” per gli ebrei.

Dal punto di vista nutrizionale, e quindi secondo la mia professione, si tratta di veri e propri digiuni intermittenti, poiché l’astensione (totale o parziale) dal cibo è limitato a un certo periodo di tempo e si alterna alla ripresa di un’alimentazione regolare.

Il digiuno inizia quando il nostro corpo ha terminato di assorbire i nutrienti dell’ultimo pasto e si dedica ad aggredire le cosiddette scorte energetiche.

Inoltre c’è chi si astiene dal cibo per circa 16 ore (considerate il minimo) e chi per un giorno intero (24 ore dovrebbe essere il massimo).

I trucchi per “seguire” il digiuno intermittente riguardano più che altro una corretta tempistica. In generale basta anticipare la cena e saltare la colazione o viceversa: dilatando un po’ il tempo si sfruttano le ore notturne.

Mentre non mangi, però bevi: acqua, tè, tisane, infusi, decotti; e subito dopo non abbuffarti!

Al contrario, interrompi il digiuno con della verdura o/e un po’ di frutta.

I pasti successivi, come dico sempre e a prescindere dal digiuno, devono essere bilanciati, cotti in modo semplice e contenere tutti gli elementi necessari al tuo fabbisogno (quinti proteine, cereali, verdure, olio EVO eccetera).

Come insegnano le religioni, il digiuno non deve essere prolungato, non dovrebbe avere un obiettivo “non sano” di finto dimagrimento veloce.

Il corpo non va affamato, né stressato.

Anzi, insieme alle diete che realizzo su misura per te, chiedimi anche di inserire giornate di digiuno.

In questo modo, non diventano abitudini pericolose ma, al contrario, migliorano l’efficacia dei percorsi alimentari che costruiamo insieme.

Soltanto una corretta figura professionale può prescrivere, senza creare danni all’organismo, un efficace protocollo di digiuno intermittente.

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