Mangiar bene in smart working si può

Dopo il lungo periodo di smart working (lavoro agile) dovuto all’emergenza Covid, in molti hanno continuato a lavorare in autonomia senza vincoli di orario, spazio e strumenti da utilizzare.

Una filosofia di marketing nuova e molto apprezzata, ma che ha in sé alcuni svantaggi: chi lavora da casa è di fatto più sedentario e, inoltre, può accedere continuamente alla dispensa e al frigorifero.

Questa facilità di “reperimento” del cibo, unita a un ritmo naturalmente più lento, non aiuta di certo a mantenersi in forma: il metabolismo rallenta, si mangia troppo e ci si muove troppo poco!

Il mio consiglio è quello di trasformare i punti deboli del lavoro agile legati al benessere della persona in un nuovo modo di “stare a casa”, nutrirsi e fare attività fisica.

Gli esercizi a corpo libero da programmare come se andaste in palestra ad esempio o anche semplicemente camminare in giro per casa o nel vostro quartiere è un primo modo per evitare di fissare il monitor tutto il giorno.

Intanto “staccare” aiuta la vista che ha bisogno di un quarto d’ora di pausa e relax più o meno ogni ora.

Inoltre scegliere di spostarsi da una stanza all’altra o, magari, fare appunto il giro dell’isolato è un’occasione preziosa anche per bere.

Un trucco che uso anch’io è quello di tenere la bottiglia d’acqua lontano dalla mia “postazione” di lavoro; in tal modo sono costretto a “muovermi” per bere.

Esistono, e ve ne posso suggerire diversi o crearli insieme a voi, percorsi specifici di esercizi da fare a casa: sono veri e propri cicli di allenamento con diversi livelli di difficoltà e di tempo da dedicarvi.

Ma è una cosa fattibile da tutti quelli con un minimo di volontà e che regala anche moltissime soddisfazioni.

Lavorare in smart – ricordiamolo insieme – non è sinonimo di disordine alimentare, anzi: dovete approfittare per organizzare meglio il tempo (in più) che dedicate in cucina.

Colazione, pranzo e cena devono essere sempre equilibrati e bilanciati.

Ogni alimento acquistato deve essere di qualità, di stagione e, preferibilmente, a km0.

In questa stagione di passaggio, poi, attenzione a introdurre un livello adeguato di vitamina C, consumando quei cibi che più la contengono: può avere un’azione preventiva ed energizzante sul nostro corpo, oltre ad esempio ad aiutare a fissare il ferro.

Il ritmo non va scombussolato: insieme ai 3 pasti principali esistono gli spuntini; ma attenzione anche in questo caso non devono essere cibi grassi o di compensazione emotiva.

Frutta di stagione, yogurt, frutta secca, un pezzo di formaggio. Vanno bene anche dei biscotti (da concordare insieme) o un piccolo panino con crudo o bresaola in certe quantità.

Mantenere degli orari sempre uguali, per lo meno per i pasti principali, aiuta anche il sonno.

Per dormire bene è utile staccare dal lavoro (cosa più complessa visto che si è a casa) sempre alla stessa ora, coricarsi più o meno nell’arco temporale tipico ed evitare di stare al cellulare o su altri dispositivi proprio prima di addormentarsi.

Mi è capitato di incontrare pazienti in smart con un solo problema: quello di mangiare per noia.

Nella vita, proprio come filo conduttore nel tempo, è bene il contrario, cioè mangiare per bisogno e basta.

È importante consumare soltanto ciò serve evitando gli eccessi.

Nei casi in cui è più forte la voglia di mangiucchiare per una sorta di compensazione su più livelli, il mio suggerimento è quello di tenere un diario alimentare: è uno strumento prezioso che, fatto seriamente, mostra quante cattivi abitudini è possibile eliminare senza soffrire troppo.

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